Confcommercio: la pressione fiscale salirà al 55%, “record del mondo”

tasse “Consumi ai livelli del 1998. Pressione fiscale ai massimi

In Italia la pressione fiscale si appresta a raggiungere, quest’anno, i massimi di sempre. Se con il 45,2% si passera’ ufficialmente dal settimo al quinto posto nella classifica europea, la realta’ sara’ ben peggiore: eliminando dal Pil la quota di sommerso, la pressione fiscale legale, cioe’ quella gravante sui contribuenti in regola, arrivera’ al 55%, ovvero al primo posto al mondo. E’ l’ammonimento che arriva dall’indagine ‘Le prospettive economiche dell’Italia a breve-medio termine’, elaborato dall’Ufficio Studi Confcommercio e presentato a Cernobbio dal direttore Mariano Bella.

IL PIL SCENDERA’ ANCORA – “Nel 2012 un Pil arretrera’ dell’1,3%, per poi risalire a quota zero l’anno prossimo e al +0,9% nel 2014”. E’ quanto emerge dall’indagine ‘Le prospettive economiche dell’Italia a breve-medio termine’, elaborato dall’Ufficio Studi Confcommercio e presentato a Cernobbio dal direttore Mariano Bella.

Il Pil, spiega Confcomemrcio, e’ oggi ai livelli fatti segnare nel 1999, e il 2012 sara’ un anno peggiore in Italia rispetto a tutti i nostri principali partner europei: nei tredici anni che vanno dal 2000 al 2012 l’Italia perso in termini di Pil reale pro capite il 9% rispetto alla Germania, l’11% rispetto alla Francia, il 22% e il 18% rispettivamente nei confronti della Spagna e del Regno Unito. Accumuliamo ritardi, insomma, nei confronti di tutte o quasi le maggiori economie europee ed extra-europee.

ALLARME ROSSO CONSUMI – “I consumi sono visti in calo del 2,7% quest’anno e dello 0,8% nel 2013, con ripresa al +0,6% nel 2014”.

E’ quanto emerge dall’indagine ‘Le prospettive economiche dell’Italia a breve-medio termine’, elaborato dall’Ufficio Studi Confcommercio e presentato a Cernobbio.

Per Confcommercio “c’e’ poi allarme rosso per i consumi, scesi al livello del 1998, e da questo punto di vista il 2012 sara’ uno dei momenti peggiori della storia economica italiana: -2,7% i consumi reali rispetto al picco negativo del 1993 (-3%), ma -3,2% – ovvero record negativo assoluto – se si considerano i consumi reali pro capite”.

E sui consumi stessi si e’ gia’ abbattuto, e andra’ peggiorando, l’effetto degli incrementi delle aliquote Iva: nel quadriennio 2011-2014, secondo l’Ufficio Studi, la perdita cumulata di spesa reale ai prezzi del 2011 dovrebbe essere di poco meno di 39 miliardi di euro, circa l’1% del volume dei consumi in media per ogni anno. In assenza di manovre Iva, nel 2011 ci sarebbe stato un incremento della spesa reale delle famiglie residenti pari allo 0,4% invece dello 0,2 consuntivato.

Mentre la previsione per il 2012 sarebbe stata di un -2,1% invece dell’attuale -2,7% e per i due anni successivi di +0,1 e +0,7% invece di -0,8 e +0,6%. Visto che l’80% circa dei consumi va a premiare la produzione nazionale, questo causera’ verosimilmente una contrazione della produzione e del Pil.

 

Scarica il documento «Le prospettive economiche dell’Italia a breve-medio termine», elaborato dall’Ufficio Studi Confcommercio

 

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