Cooperazione allo sviluppo in Italia; elementi fondamentali

L’assetto normativo

La disciplina organica italiana in materia di cooperazione allo sviluppo è rappresentata dalla legge 49/1987 che, tra le altre cose, definisce la cooperazione, come “parte integrante della politica estera dell’Italia”.

La legge definisce le norme generali in materia di cooperazione allo sviluppo, rinviando, per la disciplina di dettaglio, ad atti normativi secondari del Governo (tra i quali si segnala in particolare il regolamento di esecuzione della legge approvato con DPR 12 aprile 1988, n. 177) e alle delibere del Comitato interministeriale per la cooperazione allo sviluppo (CICS).

Ai sensi della legge 49/1987 l’attività di cooperazione si svolge attraverso due canali: quello degli accordi bilaterali tra l’Italia e i singoli paesi in via di sviluppo e quello degli accordi multilaterali.

I principali strumenti per realizzare le iniziative di cooperazione bilaterale sono il dono e il credito d’aiuto. La scelta dello strumento da utilizzare nei singoli casi dipende essenzialmente dalle condizioni economiche del paese beneficiario e dal tipo e dimensione dell’intervento, secondo i criteri stabiliti dal CICS con proprie delibere.

Un aspetto importante della cooperazione italiana risiede nel trasferimento di conoscenze scientifiche e tecniche disponibili nel sistema produttivo nazionale e nella rete delle istituzioni di ricerca. Non va inoltre trascurato il ruolo delle Regioni e degli Enti locali (cosiddetta “cooperazione decentrata”), le cui iniziative sono coordinate al livello centrale in un’apposita struttura presso la Direzione generale della cooperazione allo sviluppo del ministero degli Affari Esteri.

Un’altra parte importante della politica di cooperazione allo sviluppo è attuata mediante collaborazione con organismi multilaterali internazionali. La partecipazione italiana alla dimensione multilaterale allo sviluppo si attua anzitutto mediante il cofinanziamento del capitale di varie banche e fondi di sviluppo; inoltre rileva particolarmente il sostegno al bilancio e alle attività di vari organismi internazionali, tra i quali fanno spicco gli Istituti specializzati dell’ONU. Non va poi dimenticato che l’Italia compartecipa agli stanziamenti per l’aiuto allo sviluppo determinati in sede di Unione Europea. Quasi un terzo dell’APS italiano è canalizzato tramite la Commissione Europea, per due distinte finalità: 1) quale quota-parte nazionale dovuta al Fondo Europeo di Sviluppo (FES/FED), per finanziare le attività previste dal nuovo accordo ACP-UE, firmato a Cotonou nel giugno 2000, e modificato da un successivo accordo del 2005. L’Italia si colloca, per il periodo 2008-2013 al quarto posto tra i paesi contributori (dopo Germania, Francia e Regno Unito) fornendo un contributo di 2,916 miliardi di Euro, pari al 12,86% dell’intero FES.

Ulteriore aspetto fondamentale della cooperazione allo sviluppo è nel sostegno allo sviluppo del settore privato delle economie dei PVS. Va infatti notato che i flussi finanziari originati dall’APS a livello internazionale verso i PVS rappresentano soltanto un quinto del totale dei movimenti di capitali privati e degli investimenti diretti (IDE) verso i PVS.

Le risorse

Gli stanziamenti destinati alla cooperazione italiana allo sviluppo sono suddivisi tra numerosi capitoli degli stati di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze e del Ministero degli Affari esteri. Si segnalano in particolare:

a) La cooperazione a dono. Le relative risorse affluiscono “Fondo speciale per la cooperazione allo sviluppo”. Gli stanziamenti del Fondo sono attualmente ripartiti tra 18 capitoli[3], tutti afferenti al Programma 4.2, Cooperazione allo sviluppo, nel quale tuttavia sono frammisti a numerosi altri capitoli.

b) Fondo rotativo presso il Mediocredito centrale(cap.7415/Ministero dell’economia e delle finanze). A valere su questo fondo erano erogati i crediti d’aiuto per programmi e progetti di sviluppo rispondenti alle finalità della legge e basati normalmente su accordi bilaterali. Faceva altresì capo al fondo rotativo il sostegno alle joint-ventures che rientrano nelle finalità della legge. Si rileva che già nel ddl di bilancio 2009 il capitolo risultava soppresso, non prevedendosi appostamenti a carico di esso nell’imminente esercizio finanziario.

c) Le attività di cooperazione multilaterale, per le quali sono previsti appositi stanziamenti, si sostanziano nella partecipazione alle iniziative comunitarie e nei contributi obbligatori e nei finanziamenti a banche e fondi di sviluppo. I relativi stanziamenti sono attribuiti a vari capitoli in diversi stati di previsione.

 

COOPERAZIONE ITALIANA ALLO SVILUPPO: dati di bilancio 2006-2013 (in milioni di euro)

Anno

2006

2007

2008

2009

2010

2011

Prev. 2012

Prev. 2013

Ex Rubrica 8 Esteri

(cooperazione a dono – Tab. C della L. Finanziaria e poi della L. di stabilità)

391,9

646,6

732,8

321,7

326,9

175,8

179,2

179,2

 

I fondi che ciascun paese destina alla cooperazione internazionale (con stanziamenti su una specifica voce del proprio bilancio) costituiscono peraltro solo una parte del più ampio aggregato denominato APS (Aiuto pubblico allo sviluppo), stimato dall’OCSE e che rappresenta il più significativo e il più noto indicatore a livello internazionale in materia. Questo aggregato supera ad esempio notevolmente gli stanziamenti di bilancio italiani per la cooperazione allo sviluppo (gestiti dal Ministero degli Affari Esteri), in quanto include anche tutta una serie di operazioni finanziarie, come ad esempio la riduzione o cancellazione del debito – tanto a livello di iniziative multilaterali, quanto nei rapporti bilaterali dell’Italia con i PVS.

In proposito, merita ricordare che già da 16 anni è stato fissato a livello internazionale l’obiettivo, per i Paesi sviluppati, di stanziamenti per l’APS pari allo 0,7 % del PIL, obiettivo recepito dall’Unione europea dal consiglio europeo di Barcellona del marzo 2002.

Nella tabella sottostante sono forniti i dati OCSE per l’aiuto allo sviluppo relativi all’Italia negli anni dal 2003 al 2009:

AIUTO PUBBLICO ALLO SVILUPPO DELL’ITALIA: serie storica dei dati di bilancio 2003-2009 (in milioni di dollari USA e in % sul PIL)

2003

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2.433

2.462

5.091

3.641

3.971

4.861

3.314

0,17%

0,15%

0,29%

0,20%

0,19%

0,22%

0,16%

Fonte: OCSE – Comitato di assistenza allo sviluppo (DAC)

 

 

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