Dieci anni di green economy in Italia

Esiste già una green economy in Italia e affondanda le radici, spesso secolari, in un modo di produrre legato alla qualità, alla storia delle città, alle esperienze positive di comunità e territori. Con questo approccio combattere la crisi climatica e sostenere un’economia circolare a misura d’uomo è una scommessa che si può vincere.

Symbola, la Fondazione per le qualità italiane, ha pubblicato una interessante ricerca di Marco Frey che offre un’accurata fotografia dello stato dell’arte della Green Economy in Italia

Dieci anni di green economy
di Marco Frey

La Green Economy, da quanto uscì il primo Rapporto di Symbola dieci anni fa, ha avuto un’evoluzione significativa sotto diversi punti di vista tra loro interconnessi. Vediamoli, anche per comprendere quanto saranno cruciali i prossimi dieci anni, prima di entrare nel merito delle politiche più recenti.

1 In termini di incidenza sul PIL. Nel 2009 la stima del volume d’affari complessivamente generato a livello globale dalla “Green Economy”, era secondo la Globe Foundation pari a circa 5.200 miliardi di dollari, con Paesi quali gli Stati Uniti, la Cina e il Giappone identificati come quelli con il maggior peso percentuale nel panorama internazionale complessivo. Le ultime stime ne individuano una dimensione più che doppia, confermando trend di crescita annuali in doppia cifra, soprattutto nelle economie emergenti. In questo ambito se l’energia è stato sinora il comparto trainante, quello che risulta più rilevante in termini prospettici è il trasporto sostenibile.
Alla luce del processo di urbanizzazione in corso a livello globale (circa il 70% dei 9 miliardi di abitanti previsti per il 2050 sul Pianeta vivranno in città, molte delle quali vere megalopoli), soluzioni orientate al trasporto green (mezzi collettivi, a basso inquinamento, ad elevata efficienza) saranno indispensabili per garantire la vivibilità urbana.

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