Europa politica – Partiamo da una Federazione leggera, ma si parta

Bonino Intervista a Emma Bonino sul futuro dell’Unione Europea

Per uscire dalla crisi è ormai indispensabile un passo nella direzione federale?

Parlare di mero “passo” oramai è riduttivo; semmai, se vogliamo salvare l’Europa, è al galoppo che dobbiamo imboccare la strada del federalismo. Personalmente sono una federalista da sempre – per convinzione e non per necessità – ma noto che, di fronte a questa crisi, anche gli scettici hanno capito che senza maggiore integrazione l’Europa non ha futuro. Resiste in alcuni stati membri, però, è un nazionalismo antistorico che impedisce di andare avanti. Penso alla Francia innanzitutto, il paese “sovranista” per eccellenza.

Hollande dice, per esempio, che non sarà Bruxelles a decidere a che età va in pensione un cittadino francese: questo confligge in maniera smaccata con il fatto che abbiamo deciso, tutti insieme, di fronte al rischio “invecchiamento” delle nostre società, di adeguare i nostri welfare all’evoluzione demografica: la decisione demagogica di Hollande di abbassare l’età pensionabile si scontra con quella decisione comune.

Sono queste chiusure che impediscono di progredire. Ma non sono solo francesi, sono anche tedesche e quando la Merkel dice «mettere soldi sul tavolo non basta, occorrono istituzioni comuni», si dice che stia “bluffando”, ben sapendo che la sua “apertura” si scontra con il veto francese. Allora io rispondo: andiamolo a vedere questo bluff perché il rischio è di continuare a girare in tondo e di arrivare al Vertice europeo di fine giugno con l’ennesimo rinvio. Questo sarebbe veramente irresponsabile. I leader europei dovrebbero invece dire chiaramente che si va spediti verso l’unione politica in senso federalista e che l’euro è lì per rimanere.

La Germania può davvero permettersi di prescindere dall’Europa?

Nessuno, neppure il paese più forte e più virtuoso, può permettersi attualmente di presentarsi da solo sulla scena mondiale. Solo un’Europa veramente federale può diventare un interlocutore credibile rispetto a Usa e giganti asiatici. E non dimentichiamo che il 70% dell’export tedesco prende la direzione del mercato Ue, per oltre il 45% nell’Eurozona. D’altra parte mi sembra che sia l’opinione pubblica tedesca, attraverso le più recenti elezioni locali, sia la classe imprenditoriale, a cominciare dalla BDI (la Confindustria tedesca), abbiano dato chiari segnali d’insofferenza rispetto a posizioni di forte rottura con l’Europa.

Dopo la vittoria di Hollande, che ruolo può giocare l’Italia negli equilibri europei?

L’Italia ha una grande opportunità, forse irripetibile, di convincere Francia e Germania a rimuovere il loro veto incrociato: come dicevo, quello della Germania, che non intende fornire garanzie sui debiti pubblici altrui, e quello della Francia, che non intende cedere ulteriori porzioni della propria sovranità nazionale. E per affermare anche che rigore e riforme non sono in discussione solo perché necessarie ma che fanno parte di un disegno più grande di coesione economica e di unione politica. Ma non è un compito facile, tutt’altro. La chiara maggioranza ottenuta da Hollande in Francia e il voto genericamente pro-europeo della Grecia sono segnali positivi, ma la situazione rimane complessa e fragile.

Oltre a essere molto determinata, per ottenere qualche risultato l’Italia dovrebbe trascinare con sé altri paesi europei – anche fuori dall’euro ma con un’economia in crescita, come la Polonia – con l’obiettivo dichiarato di aprire le porte a una vera unione monetaria, fiscale e bancaria, con una tesoreria unica e un Ministro del Tesoro europeo, e con la parziale comunitarizzazione dei debiti, proprio come fece Alexander Hamilton più di duecento anni fa, all’indomani della guerra d’indipendenza americana, velocizzando il passaggio da confederazione di stati sovrani a federazione… Insomma noi abbiamo più che mai bisogno di creare quanto prima gli Stati Uniti d’Europa, magari partendo dalla proposta che ho fatto di “federazione leggera”.

Mi piacerebbe sentirlo dire anche dal mio Presidente del Consiglio.

Emma Bonino è Vice Presidente del Senato della Repubblica

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