Riforma del lavoro. Le correzioni richieste. In agenda flessibilità e ammortizzatori

riforma-lavoro Otto proposte di modifica presentate dal Pdl. Il Pd: fondamentale la soluzione sugli esodati

Maggiore estensione degli ammortizzatori sociali, riduzione dei vincoli per la flessibilità in entrata, ampliamento della platea di esodati da salvaguardare.

È in questa direzione che vanno le proposte di modifica presentate dai partiti della maggioranza al Ddl di riforma del mercato del lavoro su cui il governo è disponibile ad introdurre «tempestive» correzioni. Lo strumento potrebbe essere il decreto sviluppo, assegnato alla comissione Attività produttive della Camera per la conversione in legge, o un decreto ad hoc.

Per i cosiddetti esodati, l’ampliamento del numero dei lavoratori tutelati potrebbe essere assicurato prendendo come riferimento i criteri del Ddl Damiano, che ha il sostegno bipartisan in Commissione lavoro della Camera.

Iniziamo dalle otto richieste del Pdl, contenute in un documento elaborato dal relatore del Ddl Giuliano Cazzola e illustrate ieri in Aula dal capogruppo alla Camera, Fabrizio Cicchitto, che propone di rafforzare le norme sulla detassazione dei premi di produttività, di valorizzare la somministrazione a tempo indeterminato eliminando il vincolo dei 36mesi o il cosiddetto “causalone” per le missioni a termine presso altre aziende.

Si propone anche di accorciare il termine tra un contratto a termine e l’altro nel lavoro stagionale e turistico, di adottare «criteri più adeguati» per individure le vere partite Iva, spalmando il tetto retributivo di 18mila euro di riferimento su 2 anni.

Un’altra richiesta riguarda i call center: «Le aziende hanno minacciato licenziamenti spiega Cazzola perchè in base alla riforma Fornero rischiano di dover assumere 30mila persone. Vanno confermati gli attuali assetti, definiti dalle circolari dell’ex ministro Damiano».

Il Pdl, infine, propone di non computare nel vincolo del 50% di stabilizzazioni per l’apprendistato di primo livello quello legato al diploma di qualifica di tornare a criteri più restrittivi nel calcolo della platea per l’assunzione degli invalidi, di ripristinare il contratto di inserimento e le agevolazioni per le assunzioni di lavoratori svantaggiati.

Quanto al Pd, per il relatore al Ddl di riforma mercato del lavoro, Cesare Damiano, è «fondamentale la soluzione del problema dei lavoratori rimasti senza stipendio e senza pensione a seguito della riforma della previdenza, anche attraverso un decreto». Per salvaguardare i cosiddetti esodati andando oltre la platea di 65mila che in base al decreto ministeriale potranno andare in pensione con i requisiti pensionistici ante riforma Fornero una soluzione è rappresentata dal Ddl presentato dallo stesso Damiano, firmato anche da Giuliano Cazzola (Pdl), di cui è relatore Luigi Muro (Fli).

Dopo il coro di critiche il ministro Fornero si è detta disponibile ad allargare la platea di salvaguardati di altre 55mila unità. La proposta Damiano non prevede numeri, ma fissa criteri più ampi con lo slittamento dal 4 al 31 dicembre della scadenza degli accordi di mobilità (salvaguarda anche i 650 operai di Termini Imerese, essendo l’intesa del 6 dicembre).

Il Ddl garantisce il diritto di maturare le vecchie regole pensionistiche a coloro che avrebbero avuto la possibilità di andare in pensione nei 2 anni successivi al 6 dicembre 2011, data della riforma previdenziale.

Sul mercato del lavoro il Pd ha avanzato 5 richieste di modifica, a partire dagli ammortizzatori sociali: «chiediamo di posticipare di un anno il decollo della nuova Aspi aggiunge Damiano considerato il prolungarsi della crisi e l’esigenza di mantenere le attuali tutele in caso di mobilità».

Il Pd propone anche di migliorare la mini Aspi (che sostituirà l’indennità di disoccupazione con requisiti ridotti), di rendere più facile l’accesso al bonus precari per i lavoratori a progetto licenziati e di affrontare il tema dei contributi figurativi nel lavoro stagionale.

Infine le partite Iva: «Se è autentico lavoro autonomo continua Damiano il contributo previdenziale non va aumentato al 33%». Partendo da questi contenuti, conclude Damiano «la nostra battaglia continuerà anche utilizzando le proposte di legge unitarie in via di definizione in commissione Lavoro».

 

IN SINTESI

L’ITER Per il Pd e il Pdl le correzioni devono essere tempestive, dovranno essere affrontate immediatamente anche con un decreto specifico o con il primo provvedimento utile

GLI STRUMENTI Possibile strumento il decreto sviluppo che dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale è stato assegnato alla Commissione Attività produttive della Camera per la conversione in legge. Per gli esodati invece la strada può essere il Ddl Damiano in esame in commissione Lavoro alla Camera

LE RICHIESTE DI PD E PDL Meno vincoli sulla flessibilità in entrata. Il Pdl chiede il rafforzamento delle norme sulla detassazione dei premi di produttività, di accorciare il termine intercorrente tra un contratto a termine e l’altro (innalzato dal Ddl a 60 e 90 giorni) nei settori del lavoro stagionale e turistico. Si sottolinea la necessita di criteri più adeguati per individuare le partite Iva virtuose. Altra richiesta riguarda i call center: le aziende, spiegano dal Pdl, minacciano licenziamenti perché in base alla riforma rischiano di dover assumere 30mila persone

ASPI DAL 2014 E PIÙ ATTENZIONE AI GIOVANI Per il Pd cruciale la soluzione del problema esodati che rischiano di restare senza stipendio e senza pensione. A causa della crisi economica va inoltre posticipato di un anno, al 2014, l’avvio del nuovo sistema di ammortizzatori dell’Aspi previsto dal Ddl per il 2013. Il Pd propone inoltre di migliorare la mini Aspi. Per quanto riguarda le partite Iva “autentiche” non bisogna procedere all’innalzamento dei contributi previdenziali al 33%

 

Giorgio Pogliotti, Il Sole 24 Ore

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