Children’s tour. I dati del primo osservatorio nazionale sul turismo giovanile

I dati sono dell’Osservatorio Nazionale sul Turismo Giovanile di Children’s Tour che è stato presentato il 18 marzo 2011 a ModenaFiere, nel corso della seconda giornata del Salone delle vacanze 0-14

Nel 2010 ben il 76% delle famiglie ha fatto almeno una vacanza con i figli, il mare è in assoluto al top delle preferenze, scelto come meta nel 74% dei casi, e cresce sempre più l’interesse per parchi naturali e divertimento; partire dai 10 anni cominciano le prime esperienze di viaggio in autonomia. I dati dell’Osservatorio Nazionale sul Turismo Giovanile di Children’s Tour parlano chiaro e indicano che, pur in una congiuntura economica critica, le famiglie non rinunciano alle vacanze con i bambini.

Una percentuale su tutte esprime il dinamismo dei piccoli turisti: il 31% dei bambini e ragazzi under 18 nel 2010 ha fatto 2 vacanze, mentre il 21% ha fatto una vacanza con i genitori e una in autonomia (gite scolastiche, campi residenziali, ecc.). Dalla ricerca emerge, poi, che le famiglie italiane in viaggio sono sempre più esigenti: cercano un buon rapporto qualità prezzo, uno standard qualitativo elevato e servizi specializzati. Gli sforzi degli operatori di soddisfare queste necessità sembrano premiati: oltre l’80% delle famiglie ha dichiarato di essere soddisfatto di qualità e servizi delle strutture ricettive.

Il turismo giovanile è un fenomeno articolato e complesso, in cui il destinatario è il bambino, ma i decisori di acquisto sono genitori, insegnanti o educatori. L’Osservatorio Nazionale sul Turismo Giovanile – giunto alla sua terza edizione – rappresenta lo strumento ideale per affrontarne i vari aspetti: conoscere come cambiano le abitudini di consumo, quali tendenze si stanno manifestando.

Il mercato delle famiglie che viaggiano con i bambini: i numeri e le mete

Il mercato delle famiglie che viaggiano con bambini è consistente: il campione considerato dall’Osservatorio è costituito da 700 nuclei familiari ed emerge che di questi nel 2010 ben il 76% ha fatto almeno una vacanza di 4 giorni con i figli. Si può pertanto stimare il mercato di riferimento in circa 2 milioni e 130 mila famiglie. Il dato è stato ottenuto partendo dall’universo demografico delle cinque regioni considerate: Lombardia, Lazio, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte, che generano da sole il 57% degli arrivi e il 59% delle presenze di italiani sul mercato nazionale. Le famiglie con figli minorenni, quindi, continuano a essere un mercato di “vacanzieri”, perché non rinunciano alla vacanza “lunga”, quella principale: si tratta di un mercato numeroso e remunerativo se si pensa che si viaggia almeno in 3; i nuclei atipici, con un solo genitore o le famiglie composte da nonni e nipoti sono una nicchia, ma con valori ancora marginali per pensare a specifiche specializzazioni dell’offerta. In questo segmento la crisi è solo marginale, con una leggera diminuzione (-5%) del numero delle famiglie che sono andate in vacanza rispetto all’anno scorso. I segnali positivi sono comunque molto forti: circa il 30% del campione ha un’alta propensione al viaggio, mentre il 26% delle famiglie ha fatto almeno due vacanze lunghe e un restante 7% ha fatto più di due vacanze lunghe durante l’anno.

La destinazione prevalente è italiana per l’83,5% delle famiglie: questo significa che 1.781.000 famiglie hanno fatto la vacanza economicamente più rilevante all’interno dei confini nazionali; all’estero si sono recate invece 340.000 famiglie. Le regioni più gettonate per l’estate 2010 sono state la Puglia (scelta da circa il 10% del campione), l’Emilia Romagna e la Toscana. Chi è stato all’estero, invece, ha scelto soprattutto la Spagna (20% di chi è andato all’estero, 3% sul totale), seguita dalla Grecia e al terzo posto dall’Egitto (Mar Rosso, in particolare). Ben il 74% delle famiglie fa la vacanza principale al mare, mentre la montagna si posiziona al secondo posto, ma a distanza, con un valore del 14%; le città d’arte italiane riscuotono solo il 5% delle preferenze. Cresce sempre più, però, l’interesse per un tipo di vacanza a contatto con la natura, che rende il soggiorno molto più attivo, ben lontano dalla classica “vita da spiaggia”: il 26% delle famiglie, dunque, non sono andate al mare e di queste il 17% ha preferito una meta “verde” (montagna, collina o campagna, lago) e il restante 9% si è diviso tra città d’arte, crociere o tour in località varie. Sempre tra le famiglie che hanno scelto un’alternativa al mare il 35% ha fatto attività sportiva durante il soggiorno (quasi 200.000 famiglie), il 24% ha visitato aree e parchi naturali (135.000 famiglie), il 19% ha fatto escursioni e passeggiate, il 5% ha visitato parchi divertimento. E’ importante sottolineare, dunque, che le famiglie con bambini che cercano un’alternativa alla vacanza all’insegna di “secchiello e paletta” sono più propense a un soggiorno dinamico e ricco di cose da fare e vedere, soprattutto se a contatto con la natura.

Le abitudini di scelta e di acquisto

Il 55% delle famiglie ha un comportamento da “repeater”, cioè ritorna nella località scelta negli ultimi 2 anni. Anche la fedeltà alla struttura ricettiva è alta (60%) ed espressa soprattutto per campeggi o affitti turistici. La scelta della destinazione è concertata tra i due genitori nel 52% dei casi, ma i figli nel 22% dei casi intervengono nel processo di scelta, imponendo però la loro decisione solo nel 3% delle famiglie intervistate. Circa un terzo delle famiglie del campione (30%) ha scelto di alloggiare in case appartamento di proprietà o presso amici e parenti, mentre la ricettività extralberghiera nelle sue varie tipologie (campeggi, affitti turistici, ecc.), raggiunge un valore superiore a tutte le altre categorie (41%); gli alberghi come quota di mercato hanno una buona tenuta, e si posizionano su un 28% totale. Per quanto riguarda il processo di scelta dell’alloggio, la ricerca di informazioni è fatta dal 32% su internet, strumento irrinunciabile ormai per le famiglie.

La scelta della attività da svolgere durante il soggiorno è molto legato all’età dei bambini, e sono soprattutto i più grandi a svolgere più attività con conseguente indotto sul territorio. La capacità di attrazione va costruita con specifiche scelte di servizio. Va tenuto anche conto del fatto che i bambini più grandi, dai sei anni in su, sono anche in grado di scegliere un prodotto rispetto a un altro, e quindi chiedono di tornare nei luoghi che hanno apprezzato. Il 55% degli intervistati ha ricercato particolari servizi rivolti ai bambini e alle famiglie in generale: i servizi specializzati, quindi, per circa metà del campione comportano un vantaggio competitivo a parità di caratteristiche.

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