La sfida del management qualificato e disciplinato

Stefano-Cordero-di-Montezemolo 

Sebbene le attività di direzione aziendale e i relativi percorsi formativi siano diventati largamente dominanti sul piano economico e culturale, finora non si è ritenuto di riconoscere che la direzione aziendale secondo le logiche di una distintiva professionalità intellettuale risponde a specifici schemi e percorsi di qualificazione. In effetti, la direzione aziendale è una specifica disciplina e, come tale, è una distintiva professionalità intellettuale che è portatrice delle specifiche conoscenze e competenze che riguardano, in termini generali, le logiche di interpretazione e di risoluzione delle problematiche di gestione delle diverse tipologie di strutture aziendali.

D’altra parte, il concetto di “disciplina” per la direzione aziendale non deve riguardare solo la sua dimensione cognitiva ma anche quella operativa che deve rispondere ad uno strutturato sistema di valori, principi e regole di condotta che possano garantire sulla qualità, sulla responsabilità e sull’integrità di tutti coloro che esercitano le attività di direzione aziendale con diversi ruoli, funzioni e posizioni.

Il riconoscimento distintivo della professionalità nel management consente di valorizzare la cultura della direzione aziendale e la definizione più chiara e strutturata dei suoi effettivi contenuti e dei relativi criteri di qualificazione, anche per contribuire in modo più avanzato allo sviluppo economico, sociale ed istituzionale, in un contesto che è ancora fortemente caratterizzato da concezioni e da logiche gestionali tradizionali, familiari, relazionali che ne limitano la capacità competitiva e la sostenibilità economica di più lungo termine.

L’esigenza di un’impostazione professionale per la direzione aziendale trova fondamento anche nell’evoluzione del mercato del lavoro per i ruoli manageriali che vede una progressiva diffusione di rapporti più flessibili e temporanei, con modalità d’incarico e di riconoscimento economico legati ad obiettivi o a singoli progetti aziendali e, altresì, una maggiore mobilità tra le attività di dirigenza e quelle di consulenza. In questo contesto, si ritiene che debba prevalere il concetto di professionalità in direzione aziendale al di là del loro esercizio in attività di dirigenza, di consulenza o anche di formazione nelle tematiche manageriali e, altresì, che si debba favorire una strutturazione più organica ed integrata di questa realtà che, allo stato attuale, è frammentata in più organizzazioni che intendono rappresentare le modalità di esercizio di queste professionalità che hanno un valore secondario rispetto alla qualificazione delle conoscenze e competenze nelle tematiche di direzione aziendale.

La logica professionale può favorire altresì una maggiore capacità nelle fattispecie giuridiche in cui sarebbe richiesta un’effettiva competenza nelle problematiche di direzione aziendale e che, finora, il legislatore ha ritenuto di assegnare in via esclusiva alle figure professionali regolamentate che, per formazione e per prassi, hanno primarie capacità nelle materie giuridiche, fiscali, contabili. Inoltre, le professionalità nel management potrebbero ricoprire alcuni ruoli che sono destinati a svilupparsi per garantire forme più avanzate ed articolate di governo aziendale a servizio delle società quotate (consiglieri indipendenti) ma anche delle medie aziende familiari (comitati d’indirizzo strategico o gestionale).

Uno dei criteri principali per il riconoscimento delle professionalità nella direzione aziendale è quello che riguarda i percorsi formativi, in particolare quelli che portano al conseguimento dei diplomi più qualificati di alta formazione manageriale come il Master in Business Administration (MBA) e i Master in General e Specialized Management. A differenza di altri contesti, nella realtà italiana questi percorsi formativi hanno ancora una limitata valorizzazione se non in ambiti economici particolari che rispondono a schemi professionali di ordine internazionale mentre risulta largamente sottovalutato nell’ambito delle realtà dove sono maggiori sfide della professionalità manageriale e del rinnovamento gestionale: le medie aziende familiari, le aziende controllate dalle istituzioni pubbliche e le stesse amministrazioni pubbliche.

Altro elemento fondamentale che deve concorrere alla professionalità per la direzione aziendale è la capacità di operare nel rispetto di logiche deontologiche fondate su principi, valori e regole di comportamento che consentano di valutarne la qualità, la responsabilità e l’integrità nell’esercizio delle loro attività. La responsabilità sociale è un valore importante ma essa richiede l’esistenza di un’effettiva e disciplinata responsabilità individuale al fine di contribuire all’affermazione di modelli di gestione fondati sul principio della fiducia che è la risorsa fondamentale e più scarsa per la realizzazione di positivi e costruttivi processi economici e direzionali.

 

Stefano Cordero di Montezemolo, Presidente AIMBA – Associazione Italiana degli MBAs

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