Discussione delle mozioni sulla politica europea dell’Italia

In realtà, molti temono che la conversione degli italiani alla serietà del rigore duri lo spazio di un mattino, ovvero solo fino alla fine del Governo Monti e alla fine di questa legislatura. Simile al diavolo di cui parla la prima lettera di San Pietro Apostolo, la speculazione internazionale tamquam leo rugiens circuit quaerens quem devoret (come un leone ruggente, si aggira cercando qualcuno da divorare).

Ci pensino quanti, ad ogni piè sospinto, invocano nuove elezioni. Il nostro problema è un altro, oserei dire che è opposto, simmetricamente opposto. Dobbiamo assicurare che la linea della serietà e del rigore continuerà comunque, quale che sia la formula politica che uscirà vincitrice dalle prossime elezioni fra un anno e alcuni mesi.

La legge di modifica costituzionale che sancisce il principio del pareggio di bilancio ha esattamente questa funzione: non si tratta solo di una questione di bilancio, ma di un principio etico-politico, come sapeva bene Luigi Einaudi. Possiamo dire che, simbolicamente, con questa modifica costituzionale, l’Italia adotta il modello dell’economia sociale di mercato. Nato dalla dottrina sociale cristiana, questo modello è stato poi fatto proprio dalla Germania e successivamente dall’Unione europea.

Il lavoro che abbiamo fatto e stiamo facendo in Italia ci dà piena legittimazione politica e morale a chiedere che anche l’Unione europea mostri altrettanta determinazione ed altrettanto coraggio. Non siamo i soli in Europa a dover fare dei compiti a casa!

Dopo il Trattato intergovernativo sulla stabilità ci aspettiamo che l’Europa metta all’ordine del giorno una politica comunitaria per la crescita e lo sviluppo, completando il mercato interno, soprattutto quello dei servizi, dando impulso ad un grande programma di infrastrutturazione materiale ed immateriale, sostenendo la ricerca e l’innovazione, riprendendo in mano il proposito, clamorosamente mancato nel decennio precedente, di fare dell’Europa l’economia della conoscenza più sviluppata nel mondo.

La stabilità è fondamentale perché senza stabilità non vi è sviluppo, ma la stabilità è il mezzo: il fine è il lavoro, l’occupazione, il benessere, la vita buona per le cittadine e i cittadini dell’Europa (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo).

Per quanto riguarda il Trattato adesso in discussione, è essenziale che non vengano aggravate le condizioni di rientro dell’extradeficit dell’Italia che già erano previste nel six pack. In questo senso lei si è adoperato e ho fiducia che abbia ottenuto un grande successo o che lo ottenga nei prossimi giorni.

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