Discussione delle mozioni sulla politica europea dell’Italia

Mentre la Banca centrale europea facilita alle banche il compito di sostenere il debito degli Stati e di finanziare l’economia, oggi la European banking authority offre loro indicazioni esattamente contrarie.

Una strategia decisa in un momento in cui era legittimo aspettarsi l’inizio di una ripresa, non può permanere invariata nel momento in cui si delinea una pericolosa recessione. Non è possibile dare al sistema bancario indicazioni contraddittorie: chi ha a cura la stabilità di sistema gli dice una cosa e chi ha a cura la microstabilità gli dice una opposta. Questo deve finire. Le indicazioni date dal Consiglio europeo del 27 ottobre 2011 vanno riviste alla luce della situazione presente.

Il trattato in discussione prevede una ricognizione dei debiti fuori bilancio. Mi permetto adesso di dire una cosa che non potrei dire con la stessa franchezza se sedessi sui banchi del Governo: il Governo paghi rapidamente i suoi debiti verso i fornitori. Se non paga perché immagina così di tenere nascosto qualche punto in più di deficit alle istituzioni europee – lei lo sa benissimo, signor Presidente – sbaglia di grosso. I nostri alleati sono perfettamente Pag. 48al corrente dell’esistenza di questo debito, anzi, più ci ostiniamo a tenerlo nascosto, più essi tendono a sopravvalutarlo, immaginando imbrogli contabili, come quelli di un altro Paese europeo che, per fortuna, noi non abbiamo fatto. Pagare i debiti dello Stato verso i fornitori è il modo migliore per iniettare denaro nell’economia in un momento in cui essa ne ha grande bisogno. È anche un dovere di correttezza e di lealtà verso i cittadini. È una vergogna per tutti noi che aziende efficienti e competitive dichiarino fallimento solo perché si sono fidate dello Stato, o di un comune, o di una regione che non pagano i loro debiti (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro per il Terzo Polo).

Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Presidente del Consiglio, nella lettera che prima ho citato San Pietro ci invita a resistere al diavolo che cerca una vittima da divorare, forti nella fede, «cui resistite fortes in fide». Alle avversità e ai pericoli che minacciano l’Europa e l’Italia resistiamo forti nella fede, nella fede e nelle virtù fondamentali del nostro popolo, nella sua laboriosità, nella sua pazienza, nella sua creatività, nella sua voglia di lavorare insieme, tutti insieme, per costruire un futuro di benessere e di pace per le prossime generazioni e per restituire all’Italia il ruolo autorevole di guida a cui ha diritto in Europa

e nel mondo (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro per il Terzo Polo, Futuro e Libertà per il Terzo Polo e Misto-Alleanza per l’Italia).

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